di Laura Salvioli
Un perfetto dramma letterario ambientato nel 1925 prende forma grazie a Netflix e ad una talentuosa regista ne “Il Potere del Cane”. Il film, Leone d’Argento a Venezia per la miglior regia, si ispira al romanzo del 1967 di Thomas Savage, ed è diviso in ordinati capitoli che, con un ritmo lento ma crescente, ci svelano i veri volti dei protagonisti. Abbiamo due fratelli Phil e George in aperto contrasto, l’uno è un rude cow boy che si lava poco e racconta in continuazione le imprese del suo defunto amico Bronco, l’altro un uomo docile e mansueto che cerca sia nell’abbigliamento che nella vita di essere il più borghese possibile. Sembra tutto abbastanza scontato e prevedibile, il tipico dramma basato sull’ eterno contrasto tra deboli e forti in cui il debole può solo soccombere. Tutto cambia, però, quando George decide di sposare la fragile Rose vedova di un suicida del villaggio e madre di un effemminato e probabilmente gay ragazzo di nome Peter.
Questo incontro tra uomini diversi e, apparentemente, in contrapposizione porta ad un lento svelarsi di tutti i personaggi, come se con assoluta cautela si togliesse un velo lasciando apparire una bellissima statua. Il centro di questo svelamento è la figura dell’uomo, l’uomo che deve essere virile che non deve mai mostrare fragilità e che deve vedere le donne solo come oggetti.
Ma tutti i ruoli si possono capovolgere e chi all’esterno è un ruvido cow boy quando non è visto da nessuno può essere completamente altro, e la maestria della regista qui è mostrare, non dire, ma mostrare solo con immagini capaci di urlare quello che i protagonisti effettivamente sono. Nessuno è come sembra e chi è vittima può diventare carnefice, chi sembra subire può essere segretamente il più forte. Chi accetta in pubblico di essere trattato da debole sa benissimo quale sia il suo scopo e non si lascia sopraffare dal potere del cane che è il caos. Il presunto debole va dritto per la sua strada pensando solo all’obiettivo con spietata precisione regalandoci una perfetta Giuditta con le sembianze di un esile giovane uomo che con la seduzione ed una certa dose di astuzia ottiene la testa dell’odiato Oloferne.
(12 dicembre 2021)
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