di Laura Salvioli
“Maria” è un film del 2024 diretto da Pablo Larraín e sceneggiato da Steven Knight che trovate finalmente su Sky e Now tv. Il film ci racconta gli ultimi giorni della vita di Maria Callas, interpretata da una convincente Angelina Jolie. Come è noto, la Callas ha trascorso i suoi ultimi anni di vita a Parigi. Siamo nel 1977 e la celebre soprano vorrebbe provare a tornare a cantare. Tuttavia, ha una dipendenza da antidepressivi che l’ha indebolita molto e, la sua voce che aveva fatto sognare ed emozionare milioni di persone, non è più quella di una volta. Vive nella sua sontuosa e decadente casa di Avenue Georges Mandel tra pezzi d’arte e la sua collezioni di più di 300 spartiti musicali, ed i suoi milioni di abiti di alta moda che l’hanno fatta diventare una vera icona di stile oltre che la soprano più famosa e talentuosa di tutti i tempi. Una casa carica, piena di passione e tristezza, esattamente come la sua proprietaria, che la condivide con una cuoca ed un maggiordomo/ autista: Ferruccio e Bruna, interpretati da Pierfrancesco Favino e Alba Rohrwacher che ci dimostrano, ancora una volta, come i nostri attori non sfigurino affatto accanto alle star internazionali.
Si dice che la Callas avesse con i suoi domestici un legame molto stretto, tanto che pare avesse scritto un testamento, purtroppo mai ritrovato, in cui lasciava metà del suo patrimonio a loro. Nella pellicola, in effetti, il legame tar i tre è evidente, nonostante la Callas non fosse certo un personaggio con cui fosse facile avere a che fare. Le sue continue richieste di spostare il pianoforte in giro per la grande e barocca dimora, i suoi modi da Diva, e la sua denutrizione davano parecchia preoccupazione ai suoi domestici. Ma, a oltre alla storia che tutti conosciamo, Larrin sceglie di proporci un film onirico, impreziosito dalle visioni della Callas provocate dalle ingenti quantità di farmaci che ingeriva quotidianamente. Visioni romantiche e sognati e nostalgiche che ripropongono la “divina” sul suo amato palcoscenico. La Callas, come tutti i grandi artisti, come descritto anche ne “L’Albatros” di Charles Baudelaire, se sul palco si sente viva e perfetta, fuori è insicura e ancora ossessionata da tutte le critiche che la madre le ha sempre rivolto fin da quando era piccola. E, quando la vita la mette di fronte a dei misteriosi problemi con la voce, si ritrova a non avere più l’unico luogo in cui si sia mai sentita viva: il palcoscenico.
Non mancano anche accenni della giovinezza della Callas che, ancora adolescente, obbligata dalla madre, cantò per i nazisti. Larrin ci dona una scena molto evocativa, in cui persino le SS che sono il simbolo archetipico del male, si commuovono al suono della sua ineguagliabile voce. E non manca, ovviamente la sua storia d’amore travagliata con Onassis. Che pare non essere mai finita neanche quando lui, forse più per interesse che per amore, sposò Jacqueline Kennedy. Tutto nel film è teatrale e decadente come anche la prefetta cornice di Parigi a contenere scene che riproducono l’Opera. Infine, grazie ad una fotografia carica e barocca, abbiamo una serie di immagini potenti e dense che ci fanno rivivere la vita di una artista che ha dato la sua vita all’Opera e ha avuto una vita degna, indubbiamente, di un Opera teatrale.
(19 settembre 2025)
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