32.6 C
Roma
sabato, Luglio 27, 2024

Fantasie di una tredicenne

-

di Giuseppe Sciarra

La bellezza folgorante di una ragazza adolescente che agita i suoi demoni perché si appresta a diventare donna e rivale di se stessa scintillante d’amore e di pulsioni sessuali irrefrenabili, in contrapposizione coi divieti della religione. Se volessi liquidare brevemente “Fantasia di una tredicenne” (1970) – titolo italianizzato di bassa lega visto che il titolo originale è Valerie a tyden div? qualcosa di simile a “Valerie a la settimana di fantasie” – mi limiterai a queste poche frasi, data l’astrusità dell’opera del regista cecoslovacco Jaromil Jires.

Il film in questione è una fiaba surrealista con venature horror che rimanda visivamente al Fellini di “Giulietta degli spiriti” ma anche alle opere di Jodoroswky adottando un linguaggio metaforico e complesso alla Luis Buñuel, esasperandolo però all’ennesima potenza. Il risultato è che il film appare incomprensibile ma indubbiamente fascinoso.

La pellicola di Jires è un sogno dall’inizio alla fine e come i sogni appare oggetto oscuro e misterioso da interpretare o da non interpretare. In fondo il cinema è soprattutto immagini visive in movimento che devono introdurre l’occhio ai segreti dell’anima, comunicando direttamente col nostro inconscio. Poco importa se certe opere di alcuni autori sono indecifrabili, l’importante è che le immagini che ce lo mostrano siano all’altezza del loro scopo, emozionandoci.

La messa in scena e la fotografia sono ammalianti. Ci sembra di immergerci in una fiaba gotica con donne incantevoli e saffiche, uomini aitanti o buffi, giovani o inquietanti come il padre della protagonista. In un paesino rurale fuori dal tempo dove tutto è permeato di una toccante ingenuità vicino alla saggezza, l’incantevole protagonista affronta mostri e nonne vampiresche che desiderano la sua giovinezza, ma anche il rogo, le pulsioni incestuose, la promiscuità, la sessualità declinata in tutte le sue sfaccettature ma con tocchi di poesia e di lirismo visivo eleganti e mai volgari.
Con gli occhi acerbi e curiosi di una giovane ragazza pronta ad affacciarsi al mondo assistiamo a un rituale di scoperta della propria identità che sembra provenire da lontano, dalle origini del mondo, quelle origini che la nostra psiche conserva da sempre e che ci legano alla terra e al cosmo per dei legami misteriosi e sacri perché è sacro l’essere umano, il suo grande mistero è ingovernabile da qualsiasi autorità e sfuggente a qualsiasi spiegazione razionale come questo film.

 

 

(24 novembre 2021)

©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 




 

 

 

 

 

 

 


POTREBBERO INTERESSARTI

Pubblicità