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sabato, Luglio 27, 2024

Su “La grande scommessa” di Adam Mckay, io ci scommetterei

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di Laura Salvioli
Questo film è dello stesso regista di “Don’t look up” film che ho recensito qualche mese fa e che vi consiglio vivamente di vedere dato che, esattamente come “la grande scommessa”, è su Netflix. Tuttavia, mentre “Don’t look up” è stato girato quando Mckay già aveva il suo pubblico la “la grande scommessa” è il primo film non comedy che Mckay realizza da regista e sceneggiatore con un cast, comunque, di tutto rispetto. Abbiamo, infatti, Brad Pitt, Christian Bale, Steve Carell, Ryan Gosling che si cimentano in interpretazioni veramente notevoli. La trama si incentra sul crollo della borsa causato dalla enorme bolla finanziaria del settore immobiliare avvenuto tra il 2007 ed il 2008. Il tema non è facile da affrontare ma Mckay riesce a renderlo scorrevole ed interessante, nonostante cerchi di approfondire e spiegare difficili tematiche. Quello che sicuramente colpisce è sapere che tutto ciò che viene raccontato è vero, certo in parte è romanzato per renderlo più accattivante, ma tutti sappiamo che il crollo è avvenuto e ne abbiamo vissuto le conseguenze. Quindi mentre, “Don’t Look up” è un film distopico su una eventuale catastrofe che potrebbe avvenire nel futuro, qui la catastrofe c’è stata già ed il regista non può fare altro che raccontarla. Ho adorato i camei di Margot robbie, Selena Gomez e Anthony Boundain usati per spiegare in modo semplice come e perché il crollo è avvenuto. Questi celebri nomi vengono usati ironicamente come a dire che il pubblico sicuramente darà più ascolto a loro che ad un qualsiasi noioso esperto di economia magari più titolato ma, decisamente, meno accattivante. E poi i continui riferimenti a Las Vegas e alle scommesse dato che alla fine il giocare in borsa è esattamente come scommettere solo che la posta in gioco è anche la vita di molte altre ignare persone. Quello che mi porterò di questo film, oltre a tanta rabbia, è la sensazione forte e chiara che il capitalismo non fa alto che metterci di fronte a tante cose belle che non possiamo avere e ci spinge ad indebitarci per averle, invece di farci accettare e godere quello che abbiamo. Ci rende come dei bimbi che guardano sognanti la vetrina della pasticceria con le manine pigiate sul vetro che sbavano per enormi bignè che la mamma non gli può comprare.

 

(18 aprile 2022)

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