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domenica, Gennaio 19, 2025

Anora. Un bel personaggio femminile in un bel film indie americano

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di Laura Salvioli

Questo film ha vinto la palma d’oro a Cannes ed è scritto e diretto da Sean Baker, un regista di nicchia a cui piace raccontare i margini della società americana. Già lo aveva fatto con “The florida Project” (che trovate gratis su Rai Play) film in cui racconta la vita di una ragazza madre che vive in un motel nei pressi dei parchi divertimento di Orlando. Anche in questo caso la protagonista è una donna che vive ai margini: Anora. Anora è una spogliarellista di 23 anni che lavora ogni notte in uno strip bar. È sfrontata, sboccata e cerca a tutti i costi di fare più “grana” possibile. Una sera arriva nel locale dove lavora un ragazzo russo che richiede espressamente una ragazza che parli la sua lingua. Così conosce Ivan che, poi scopre essere figlio di un magnate russo. Ovviamente, Anora cerca di sfruttare il più possibile la situazione, tuttavia, in alcuni momenti, volutamente, non si capisce se tra i due ci possa essere qualcosa di più. Il film è condito da varie scene comiche veramente ben scritte, molto divertenti che ironizzano sui tipici film sulla mafia russa e sulla malavita in generale.

L’attrice protagonista, Mikey Madison è veramente talentuosa, tanto che questa interpretazione le ha fatto guadagnare una candidatura agli oscar come migliore attrice. È forte sia nelle scene drammatiche che in quelle comiche, ha un viso particolar, ed un sex appeal molto spontaneo. Diciamo anche che, Sean Baker è molto bravo a creare personaggi femminili sfaccettatati ed interessanti, e non è da tutti. Tuttavia, il grande difetto del film che, però sicuramente è una scelta ponderata del regista, è che i personaggi non sono molto approfonditi. Sappiamo poco di loro, sia a livello emotivo, che a livello di vita passata, è come se esistessero solo nel presente. Non c’è un momento introspettivo che ci dia la possibilità di capire cosa pensino veramente. Ad esempio, non sappiamo perché Anora si prostituisca, non c’è una scena in cui viene spiegato, forse proprio perché è come se fosse dato per scontato, come se fosse da considerare ovvio per chi nasce in determinate condizioni, ed in certe classi sociali, finire a fare quello. I personaggi esistono solamente attraverso le loro azioni nel presente, come nella realtà del resto (per questo penso sia una scelta ponderata).

Solo sul finale tutto si rivela. Il finale, che io ho trovato sublime, ci svela l’anima della protagonista. E ci fa capire che sono proprio le donne che si mostrano maggiormente forti quelle che in realtà non vedono l’ora di mollare la presa e lasciarsi scaldare da un caldo abbraccio pieno di amore. Più sono disilluse e sarcastiche, più lottano come delle guerriere senza sosta e, più vorrebbero solo qualcuno che le faccia sentire al sicuro. Ma spesso, tutto questo groviglio di sentimenti che hanno dentro, non sanno neanche come esternarlo, se non attraverso il sesso. L’unica arma che credono di avere, come delle bambine che cercano attenzioni e che non sanno ancora comunicare con le loro emozioni. Ma con la persona giusta imparano, finalmente, a farlo.

 

(4 dicembre 2024)

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