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sabato, Marzo 22, 2025

Apple Cider Vinegar. Una serie che vi farà arrabbiare e riflettere

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di Laura Salvioli

Questa miniserie australiana Netflix di Samantha Strauss, aggiunta di recente, si sviluppa in sei episodi e affronta temi molto attuali e forti. È tratta dal libro: “The Woman Who Fooled the World” che racconta l’indagine portata avanti da due giornalisti per smascherare Belle Gibson un’influencer australiana, che nel 2010 circa ha creato un impero facendo credere ai suoi followers di aver sconfitto un cancro al cervello con il solo aiuto di una sana alimentazione. La trama della serie però, viene suddivisa in varie storie parallele, quella di Belle, ovviamente, e poi quelle di Milla, Lucy Chanelle e Tamara.

Le storie si intrecciano: Milla (personaggio che si ispira a Jessica Ainscough) ha un sarcoma che decide di curare con metodi naturali ed ha un blog che la rende famosa al punto di pubblicare un libro. Lucy, invece, ha un tumore al seno e ammira molto Belle ed il suo blog ma si cura in modo tradizionale. Chanelle è una amica storica di Milla che poi entra in contatto anche son Belle. Tamara, infine, una madre con un figlio con un tumore sempre più invasivo che non ha i soldi per un’operazione miracolosa per salvarlo.

Credo che la scelta di voler mettere più storie parallele sia stata fatta anche per dare l’idea di come le bugie di certi “fuffa guru” si diffondano nella realtà e creino danni capillari. La storia viene esposta in modo intelligente perché ogni episodio viene iniziata da un differente personaggio con la frase: “Questa è una storia vera basata su una bugia”. Quindi, viene presentata da vari punti di vista, inoltre Kaitlyn Dever, l’attrice che interpreta Belle è perfetta per questo ruolo visto che ha già di suo una “faccia da schiaffi”, oltre a somigliare alla vera Belle: vi assicuro che la odierete dall’inizio alla fine. Ma la serie non si limita a raccontare questa storia quasi vera che poi, è vera, fa di più. Ci sbatte in faccia che il mondo dei social è pericoloso, perché ci fa credere reali cose che non lo sono, né lo saranno mai. E, questo travisamento della realtà è mortale se dato in pasto a persone fragili o che stanno attraversando un periodo difficile della loro vita. Ci fa riflettere sul nostro rapporto con la morte, con la malattia, con il dolore. Con l’accettazione di situazioni che sono, irrimediabilmente complesse. Soprattutto, ci fa riflettere sul rapporto che abbiamo con la scienza e con la medicina che ci mostrano una realtà che spesso non vorremmo proprio vedere, e tantomeno accettare. Ci piacerebbe che tutto si potesse guarire con succhi, yoga e meditazione e che la chemio fosse solo una truffa inventata dalle case farmaceutiche ma, purtroppo non è così. Vorremmo credere alle verità che ci costruiamo perché sono quelle ci piacciono, sono quelle facili. Sono quelle che ci danno speranza dove speranza non c’è.

Insomma, questa storia quasi vera, che poi è vera, ci dà una colpevole – una fuffa influencer, che poi non è altro che una Wanna Marchi 2.0 – ma ci fa guardare anche dentro noi stessi. Sicuramente, ci dovrebbe essere un girone dell’inferno apposito per chi sfrutta il dolore e la debolezza altrui a scopo di lucro. Tuttavia, questo spesso avviene perché l’indole umana non è incline ad accettare la malattia, il dolore, i dettami rigidi della scienza, perché cerca la via facile che, quasi, sempre, non è la soluzione.

 

 

(28 febbraio 2025)

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