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mercoledì, Ottobre 4, 2023

“Élite”, molto rumore per nulla e quattro stagioni per molti

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di E.T.
Per parlare di questa serie in quattro stagioni, visibile su Netflix, tecnicamente molto ben girata con attori bellocci ed una sceneggiatura che per quattro serie gira intorno allo stesso tema, visto da punti di vista differenti solo nel rigirare i dialoghi come certi musicisti rigirano gli accordi dell’unica canzone sensata che hanno composto, devo citare Federico Garcia Lorca e il suo capolavoro “La Casa di Bernarda Alba”: Llevan ya más de dos horas de gori-gori (…) las demás, mucha puntilla bordada, muchas camisas de hilo, pero pan y uvas por toda herencia, a descrivere un gran frinire di buona intenzioni che culminano nel gran muggito del poco o del pochissimo.
Intendiamoci, la serie è girata benissimo, recita alla spagnola – quattro intenzioni e due toni messi lì con la trainer che ti ascolta due minuti e poi dice “Está bien” (c’ho lavorato nelle serie spagnole, so cosa dico) – le poche espressioni di una lingua ricchissima e meravigliosa che nel quotidiano non usa più di centocinquanta parole e sempre le solite espressioni, e non molto di più. Quindi bei corpi spesso nudi, attori bellissimi, attrici meno belle ma più brave, triangoli, fellatio, peni in primo piano, coppie gay stabili, coppie etero in disfacimento, droga, fiumi di alcol, omicidi e un numero esagerato di spin off. Ci sono anche temi seri e sociali, ma affrontati molto superficialmente per evitare di dare fastidio. Tutto il resto, regia, sceneggiatura, ritmo, montaggio, non perdono un colpo.
Poi è Spagna. Ed è tutto fuorché un complimento.

(P.S. La serie non è né “scandalosa” e tantomeno “sincera”, lo sottolineiamo dopo avere letto queste definizioni da qualche parte).

 

(10 febbraio 2022)

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